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Cicerone
I doveri, III, 28
 
originale
 
[28] Nam illud quidem absurdum est, quod quidam dicunt, parenti se aut fratri nihil detracturos sui commodi causa, aliam rationem esse civium reliquorum. Hi sibi nihil iuris, nullam societatem communis utilitatis causa statuunt esse cum civibus quae sententia omnem societatem distrahit civitatis. Qui autem civium rationem dicunt habendam, externorum negant, ii dirimunt communem humani generis societatem; qua sublata beneficentia, liberalitas, bonitas, iustitia funditus tollitur; quae qui tollunt, etiam adversus deos immortales impii iudicandi sunt. Ab iis enim constitutam inter homines societatem evertunt, cuius societatis artissimum vinculum est magis arbitrari esse contra naturam hominem homini detrahere sui commodi causa quam omnia incommoda subire vel externa vel corporis vel etiam ipsius animi. ~Iustitia enim una virtus omnium est domina et regina virtutum.
 
traduzione
 
28. Vera la premessa, vera, dunque, la conseguenza. Infatti ? certamente assurda quella frase che dicono alcuni, che essi non sottrarrebbero nulla al padre,o al fratello per il proprio vantaggio, ma che diverso ? il criterio da seguire nei riguardi degli altri cittadini. Costoro pensano di non avere alcun vincolo giuridico o sociale, a causa dell'utile, con i propri concittadini, opinione, questa, che disintegra ogni societ? umana. Coloro, poi, i quali affermano che si deve avere considerazione per i concittadini, ma non per i forestieri, spezzano il comune vincolo sociale del genere umano, soppresso il quale, la beneficenza, la generosit?, la bont? e la giustizia sono sradicate sin dalle fondamenta; e coloro che distruggono queste virt? devono essere giudicati empi anche verso gli dei immortali. Abbattono, infatti, proprio quella societ? stabilita dagli dei tra gli uomini, societ? il cui vincolo pi? saldo consiste nel ritenere che sia pi? contro natura che l'uomo sottragga all'uomo per il proprio vantaggio, piuttosto che subisca ogni danno o esterno o fisico o anche morale * * * che mancano di giustizia: infatti questa sola ? la signora e la regina di tutte le virt?.
 

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